Turismo per disabili: anche andare in vacanza è un diritto. Al pari del diritto alle cure, all’assistenza, allo studio o al lavoro, viaggiare, prendere un aereo, soggiornare in un hotel per una persona con disabilità è un diritto involabile. Il Codice mondiale di Etica del turismo, scritto nel 1999 e adottato dall’Italia nel 2012, infatti, definisce il turismo:
la possibilità di accedere direttamente e personalmente alla scoperta e al godimento delle ricchezze del pianeta […] diritto di tutti gli abitanti del mondo (…) nel poter(ne) usufruire in modo paritario.
Gli itinerari turistici per disabili, adatti alle loro necessità, però, sono ancora troppo pochi. Andare in vacanza, molto spesso, si trasforma in uno stress perché non si può lasciare nulla al caso. Non basta preparare una valigia e partire, ma bisogna essere certi di poter usufruire di ogni servizio e di poter girare in autonomia. Purtroppo, ancora oggi, nel 2022, il turismo per disabili, anziché essere accessibile è inaccessibile.
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ToggleTurismo per disabili in Italia: c’è ancora molto da fare
Ti sei mai chiesta come mai in molte località turistiche si vedono poche persone con disabilità, in particolare in carrozzina? L’handicap più evidente. Perché preferiscono stare a casa dodici mesi su dodici? Di certo, il motivo non è questo, restare a casa non è una scelta libera, ma deriva dal fatto che il turismo senza barriere è ancora una chimera.
La decisione di andare in vacanza dipende, quindi, da ciò che offre la località turistica scelta. Le persone con disabilità che desiderano passare qualche giorno fuori casa sono tante, ma spesso rinunciano se devono fare i conti con alberghi che millantano stanze adeguate che non lo sono, con monumenti inaccessibili e con servizi inesistenti o inadeguati
Le sedie a rotelle, invece, si vedono dove c’è la possibilità di poter fare veramente una vacanza. Quando ci sono strutture turistiche per disabili, si può accedere al mare, ristoranti e negozi sono accessibili senza difficoltà e i monumenti si possono visitare.
Invece, difficilmente si vedono in località in cui andare in spiaggia diventa un’impresa titanica, come allo stesso modo si trasforma in una fatica immensa andare al ristorante o usufruire di alberghi o villaggi turistici per disabili e servizi che, in un Paese civile, dovrebbero poter essere utilizzati da tutti, ma così non è.
Le battaglie su Repubblica a favore di un turismo per tutti
Nella rubrica che curo su Repubblica, Ci vuole abilità, mi sono occupata d turismo per disabili, raccontando le esperienze degli altri, ma anche le mie. E, purtroppo, le storie che ho raccontato sono sempre le stesse: musei, monumenti, luoghi d’arte e città piene di barriere architettoniche.
Da anni il Museo archeologico Antonio Salinas di Palermo è inaccessibile alle persone con difficoltà motorie. Si tratta di uno dei più importanti d’Europa e almeno dal 2018, da quando scrivo sul quotidiano, il montascale per accedervi è guasto o funziona a singhiozzo, impendo a chi è in carrozzina di godere delle sue meraviglie. A nulla sono valsi le segnalazioni e gli scambi di e mail con le direttrici che si sono alternate in questi anni, il Museo resta off limits.
Oppure esistono località turistiche note in tutto il mondo, inaccessibili a chi è in carrozzina. Recentemente ho visitato Taormina, riconosciuta a livello mondiale come regina del turismo siciliano, e l’esperienza è stata molto negativa, come ho raccontato su Repubblica. La cittadina ha una particolare conformazione che non ne permette la piena accessibilità e, infatti, non si pretende l’impossibile. Si pretende, però, che gli esercizi commerciali, i ristoranti, i bar, le chiese del corso principale, che è abbastanza pianeggiante, siano privi di barriere architettoniche. Ma così non è, nessuno è accessibile e l’amministrazione comunale sembra non poterci fare nulla.
Comune denominatore di queste situazioni è la soluzione “La solleviamo noi la carrozzina“, cui io rispondo sempre “No, grazie”. Perché lede la mia dignità e perché non è un’operazione sicura per la mia incolumità e per quella di chi mi dovrebbe prendere di peso.
Infine, per fortuna, qualche risultato si ottiene perché si incontrano persone competenti, che sanno fare il loro lavoro e sanno ascoltare. Così, dopo la segnalazione di Repubblica, la Real Casina di Ficuzza è diventata accessibile. La reggia borbonica in provincia di Palermo e risalente i primi dell’Ottocento è visitabile anche da chi è in carrozzina o ha una mobilità ridotta. La Regione Sicilia è intervenuta abbattendo le barriere architettoniche del pianterreno e del giardino. Si attende l’installazione di un montascala per accedere al primo piano dove ci sono le stanze nobiliari.
In un mondo in cui la regola è rappresentata da dirigenti e istituzioni sordi e indifferenti qualche preziosa eccezione c’è.
Turismo per disabili: l’errore di sottovalutarne l’impatto economico
Alcuni amministratori, albergatori, ristoratori e negozianti, ancora pochi, questo lo hanno capito, ma molti altri ancora no. E questi ultimi non comprendono che le persone con disabilità spendono più di quelle normodotate. I pacchetti turistici per chi ha un handicap, infatti, sono più costosi.
Hanno molte più esigenze a causa della loro condizione fisica e, quindi, hanno necessità di alloggiare in strutture di un determinato livello e, difficilmente, viaggiano da soli. Così, se si vuole considerare l’aspetto puramente economico, visto che argomenti come inclusione, abbattimento delle barriere architettoniche e rispetto delle leggi non fanno presa, è bene sapere che il turismo accessibile per disabili è a tutti gli effetti un ramo economico per il nostro Paese che può fare impresa, creare indotto autosostenendosi.
Una località turistica non può permettersi di ignorare i diritti e i bisogni di ogni persona che la visita, ma anche che ci vive. Chi l’amministra e vi svolge attività legate al turismo deve capire che siamo in un’epoca in cui le persone con disabilità hanno una vita sociale, vanno in vacanza, vivono. Ciò significa che devono adattarsi e, quindi, migliorare o devono avere l’onestà intellettuale di precisare di essere inadeguati ad accogliere chi ha una disabilità.
Il Buon Lettore aspetta le vacanze con impazienza. Ha rimandato alle settimane che passerà in una solitaria località marina o montana un certo numero di letture che gli stanno a cuore e già pregusta la gioia delle sieste all’ombra, il fruscio delle pagine, l’abbandono al fascino d’altri mondi trasmesso dalle fitte righe dei capitoli.
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