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I Beati Paoli e il covo a Santa Maria di Gesù al Capo

i beati paoli

Da più di un anno, purtroppo, la vita di tutti è stata stravolta. Ci mancano tante cose: i baci, gli abbracci, gli incontri con gli amici, le riunioni di famiglia e ci mancano i viaggi. Brevi o lunghi, in Italia o all’estero, poco importa, mancano e basta. Per fortuna, è possibile viaggiare anche attraverso le pagine di un libro. So bene che non è lo stesso, ma prova a chiudere gli occhi ed immaginarti al quartiere del Capo di Palermo e nella Chiesa di Santa Maria di Gesù dove si incontravano segretamente I Beati Paoli, i protagonisti del romanzo di Luigi Natoli.

Chi erano i Beati Paoli

I Beati Paoli erano i componenti di una setta segreta attiva a Palermo dal XII secolo. Loro obiettivo era di difendere i ceti popolari dai soprusi dei nobili. In realtà, quel poco che si sa di questi personaggi è avvolto nel mistero perché ci sono solo racconti orali. Dalla fine del XIX, invece, c’è una maggiore documentazione che porta al convincimento popolare che fossero esistiti veramente. A partire dal 1909 con lo pseudonimo di William Galt, Luigi Natoli raccontò questa storia in un romanzo d’appendice diviso in 239 puntate pubblicate su Il Giornale di Sicilia.

La trama de I Beati Paoli si incentra sulla figura di Blasco di nobile origini, ma privato di tutto da un potente malvagio. Il giovane cerca di riprendersi ciò che gli è stato tolto, protetto in questa difficile impresa dalla setta. Il romanzo fece molta presa sul pubblico, tanto che nel 1971 S.F. Flaccovio Editore – Palermo lo ripubblicò con un’introduzione di Umberto Eco. Secondo il racconto dello scrittore i Beati Paoli a Palermo si riunivano nella città sotterranea, nell’intreccio di caverne e cunicoli di un’antica necropoli cristiana ubicata sotto il rione del Capo. Qua si trovava anche quello che nel romanzo è identificato come il tribunale della setta, situato nella chiesa di Santa Maria di Gesù al Capo.

Santa Maria di Gesù al Capo, la chiesa de I Beati Paoli

copertina i beati paoli

La Chiesa, Santa Maruzza ri Canceddi (“dei cancelli”, in dialetto siciliano), si trova nel centro storico di Palermo e si affaccia sulla piazza dedicata alla congrega al Capo. Completata nel 1482, è stata collegata alla storia dei Beati Paoli sia dal Marchese di Villabianca nei suoi Opuscoli palermitani che dall’antropologo e storico Giuseppe Pitrè, Natoli racconta che i componenti della setta vi accedevano attraverso una cripta, una sorta di passaggio segreto posto dietro l’altare maggiore. Il covo è una camera dello scirocco, stanze che gli aristocratici facevano scavare per ripararsi dall’afa estiva, dove ci sono un pozzo, un sedile a semicerchio e due piccole gallerie che conducono ad altre caverne.

Oltre a questo altare su cui campeggia il dipinto Visitazione della Vergine a Sant’Elisabetta, ci sono due altari laterali. A destra è collocata la Cappella di Santa Maria di Gesù dove c’è una statua lignea chiamata Maria Santissima dei Canceddi. A sinistra, invece, c’è la Cappella del Crocifisso in cui c’è un rilievo di stucco che rappresenta una croce su una raggera, putti e nimbi. Il prospetto della Chiesa di Santa Maria del Gesù ha un portale con colonne con capitelli in stile corinzio. La Chiesa si trova in uno dei quartieri storici di Palermo: Il Capo. Qua si tiene uno dei mercati più popolari della città, insieme a Ballarò, Lattarini, il Mercato delle Pulci e la Vucciria. E’ possibile acquistare cibo e altre mercanzie tra le bancarelle colorate con il sottofondo delle caratteristiche urla dei venditori.

I Beati Paoli di Luigi Natoli è un romanzo che racconta in modo dettagliato e suggestivo la Palermo del ‘700, ricca e sfarzosa, ma anche miserabile dove i ceti più poveri soccombevano ai soprusi dell’aristocrazia.

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Abbiate la pazienza di rifare la storia di quest’amore e vedrete in esso le ragioni della sua fine… dirò meglio, del suo mutarsi nella tenera amicizia coniugale… Vi siete inebriata, e come tutte le ebbrezze, anche quella dell’amore si dilegua… Siate forte; dal rogo dell’amore sorge lo spirito dell’amicizia sincera, devota, che può riempire la vostra vita e darvi commozioni e gioie, forse non più intense, ma più serene e più durature di quelle dell’amore…

Luigi Natoli

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