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Come si scrive un libro: ecco come sono nati i miei romanzi

Come si scrive un libro

Come si scrive un libro? Questa è la domanda che mi fanno più spesso quando racconto di aver scritto due romanzi. Io non so dare una risposta precisa, ma do quella che è la mia, dico sempre che si sono scritti da soli.

So che può sembrare una follia, ma ti assicuro che non lo è, accade proprio questo. Inoltre, non sono l’unica a pensarlo, ma prima di me l’ha detto il grande Stephen King (e non credo sia stato l’unico, per la verità) nel suo libro On Writing: Autobiografia di un mestiere. In questo saggio autobiografico il Maestro dell’horror risponde alla domanda “Come si scrive un libro?” e lo fa attraverso il racconto della sua esperienza di scrittore con milioni di copie vendute e dando tanti suggerimenti e consigli.

Come si scrive un libro? Scrivendo le storie che mi vengono in mente

Come si scrive un libro giallo

Può apparire una spiegazione ingenua, forse, ma è sincera. L’idea di Ogni cosa torna è nata una sera di agosto del 2018. Mi è venuta in mente la storia di Emma, una donna che ha sacrificato la sua felicità e quella degli altri all’altare dell’ambizione e della ricchezza, e nel giro di mezz’ora ho capito come scrivere il libro. Naturalmente, era un’idea iniziale che poi ho elaborato e sistemato, ma il canovaccio iniziale della storia che avevo in mente non è cambiato. Desideravo, inoltre, che Ogni cosa torna fosse ambientato in Sicilia perché, chi lo leggesse, potesse vederne la bellezza attraverso le pagine del romanzo.

Mi trovavo in vacanza in una bellissima e famosissima località balneare dell’isola: San Vito Lo Capo, diventata poi il luogo in cui ho ambientato il romanzo. Inoltre, San Vito fa da sfondo anche al seguito di Ogni cosa torna, che ho appena finito di scrivere. Qua si sviluppa una vicenda difficile da districare e il sole è caldissimo pure a ottobre inoltrato. In questa storia ogni protagonista paga per una colpa antica commessa da altri, perché ogni azione compiuta coinvolge chi ci sta attorno. Nulla si può dimenticare e ogni atto e comportamento condiziona le esistenze degli altri per sempre. Questo è il fil rouge che si snoda nelle pagine del libro.

Come si scrive un libro? Dando la parola ai personaggi

Un libro che, pagina dopo pagina, si è scritto da solo, quindi. Ma a darmi un grosso aiuto sono stati anche i miei personaggi, soprattutto, tante donne. Alina, giovanissima dama di compagnia di Emma, e il comandante dei Carabinieri Bianca Giusti, donne divise a metà e che nascondono un segreto. E, poi, ci sono il maresciallo Nicola Zito, Don Luigi e Adriano, tutti uomini importanti per Bianca. Personaggi che, subito, si liberano di me, animandosi di vita propria. Decidono da soli che azioni compiere, quali strade percorrere, se essere buoni o cattivi, simpatici o antipatici. Sono uomini e donne veri e, quindi, possono essere indecisi, insicuri, volubili e non sapere bene come agire.

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Ecco come si scrive un libro o, meglio, come li ho scritti io, incoraggiata anche dal maestro Stephen King che in On Writing. Autobiografia di un mestiere ha scritto:

La mia profonda convinzione sulla creazione di storie è che fondamentalmente esse si costruiscono da sole. Il compito dello scrittore è trovare loro un posto in cui crescere (e poi trascriverle, naturalmente).

Quindi, come King, anche io nel mio piccolo ritengo che le storie siano dentro di noi e, quando meno ce l’aspettiamo, escano da sole perché hanno l’esigenza di farsi raccontare. In realtà, noi abbiamo l’esigenza di raccontarle e forse anche di liberarcene.

Ogni cosa torna è nato esattamente in questo modo: mi è venuta in mente la storia e l’ho scritta con l’aiuto di tutti i miei personaggi ed è venuta fuori un romanzo che molti lettori hanno amato e in tanti continuano a leggere anche dopo tanto tempo.

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Secondo la teoria dell’eterno ritorno di Nietzsche ogni scelta che compiamo continuerà a vivere oltre le nostre vite, lasciando un segno indelebile.

Patrizia Gariffo

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