Come ti ho già raccontato Ogni cosa torna è ambientato in Sicilia, a San Vittorio Siculo, un borgo marinaro immaginario ispirato a San Vito Lo Capo, famosissima località turistica in provincia di Trapani. Conosco questo luogo incantevole da sempre e lo frequento ogni estate da quando avevo otto anni. Lo amo profondamente, per questo l’ho ritenuto il posto migliore in cui sviluppare la storia del mio romanzo. La località non attrae milioni di turisti solo per il mare cristallino e le spiagge dorate, ma anche per le sue bellezze artistiche. Tra queste il Santuario di San Vito Lo Capo, cui si ispira quello di San Vittorio Siculo e la cui origine risale al 1300.
Cecilia aveva attraversato il sagrato della chiesa e, come aveva voluto Don Luigi, aveva trovato il grande portone aperto.
da Ogni cosa torna
La Chiesa di San Vito Lo Capo: la fortezza per proteggere San Vito
Davanti al Santuario c’è un ampio sagrato dove, in estate, si riuniscono i bambini per giocare, mentre gli adulti si riposano sulle panchine guardando i turisti che passeggiano o visitano in negozi di San Vito Lo Capo, quasi tutti collocati nel corso principale del paese proprio davanti alla Chiesa. E il portone è aperto fino a sera per permettere ai sanvitesi e ai turisti di visitare il luogo di culto.
Il Santuario fortezza è dedicato a San Vito e il suo culto è attestato già nel V/VI secolo. Dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453, a causa delle continue e pericolose scorrerie dei pirati turchi nel Mediterraneo, si rese necessario costruire una fortezza intorno alla prima cappella dedicata al Santo per ospitare e proteggere i tantissimi fedeli che arrivavano in pellegrinaggio. I pellegrinaggi a San Vito Lo Capo per rendere omaggio al Santo erano sacri, perché San Vito liberava dallo scanto, in dialetto siciliano lo scanto indica una forte paura interiore. Si tratta di un Santo miracoloso, come dimostrano tutti gli oggetti donati dai fedeli e conservati nel Museo situato vicino al Santuario. Tra i devoti di San Vito c’era anche chi viaggiava per mare, nel Mediterraneo. Nobili, ricchi commercianti, armate che approdavano sani e salvi al porto del paese dopo essere scampati, magari, alle tempeste o agli attacchi dei pirati. Il famoso etnografo siciliano Pitrè, a metà ‘800, scriveva che quando davanti a una malattia neanche i medici potevano fare più nulla non restava che fare un pellegrinaggio a San Vito.
Come appare il Santuario di San Vito Lo Capo oggi
Chi passa le vacanze a San Vito Lo Capo può perdersi tra bellezze naturali, cibo e monumenti. Oggi, dopo vari interventi, il Santuario – Fortezza ha una dimensione di 104 metri di base, 16 di altezza e delle mura molto spesse. La bellezza dell’edificio è dato dalla perfetta armonia di elementi architettonici diversi tra loro. Si passa dagli elementi civili e religiosi a quelli militari. Così si mescolano i balconi, il rosone della facciata e le nicchie votive con le feritoie per spiare i nemici, le caditoie da cui si gettava olio bollente su chi tentava di forzare la fortezza e la torre di avvistamento. Una torre tagliavento che, grazie alla sua forma a lancia, smorzava la potenza delle frequenti trombe d’aria che si abbattevano sul paese All’interno della Chiesa madre di San Vito Lo Capo si notano subito l’antico altare, restaurato intorno a 1780 con i preziosi marmi delle cave della zona, e la statua in marmo raffigurante il Santo giovinetto, risalente alla fine del 1.500. Infine, dalla terrazza si può godere di una vista mozzafiato sulla spiaggia di San Vito Lo Capo.
Se il Santuario di San Vito Lo Capo e le altre bellezze di questo borgo marinaro ti incuriosiscono, puoi leggere Ogni cosa torna.
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La chiesa sembrava più silenziosa e fredda del solito. Era un edificio semplice ma imponente, Bianca era sempre intimorita quando ci entrava.
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